mercoledì 30 dicembre 2020

CENTRO NASCITE ALL'OSPEDALE DI DOLO, I SINDACI DELLA RIVIERA PREOCCUPATI PER IL FUTURO: «DEVE RIMANERE»

I sindaci della Riviera del Brenta intervengono per difendere il centro nascite dell'ospedale di Dolo. Nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia che nel 2020 vi erano appunto nati solo 219 bambini, ben 270 in meno rispetto all'anno precedente, a causa della destinazione a Covid-hospital. Molto al di sotto, quindi, della soglia di 500 nascite riconosciuta dalla Regione per la continuità del centro nel tempo.
I primi cittadini mettono le mani avanti e chiedono che «per ogni futura programmazione sanitaria non si prenda assolutamente in considerazione il “peso numerico” dei nuovi nati, in merito al futuro dell'ospedale di Dolo, ed in particolare del reparto di Ostetricia e Ginecologia. «È noto – ricorda Federica Boscaro, sindaca di Fossò e presidente della Conferenza dei Sindaci della Riviera del Brenta - che la chiusura di Ostetricia a Dolo, proprio per la delicatezza del suo settore, ha portato decine di giovani madri a decidere di far nascere il proprio figlio in altre strutture.
Anche guardando al futuro, vogliamo come sindaci ribadire che questo reparto non deve in ogni caso subire trasferimenti o riduzione di posti letto, di settori specifici o di personale, perché indispensabile all’utenza della Riviera ma anche di tutta l’ULSS3 Serenissima. Riteniamo che la posizione dell'ospedale di Dolo, baricentrica ripetto ad altri nosocomi e unita all'alta qualità del personale che vi lavora, garantisca il permanere dell'attrattività per le gestanti della Riviera del Brenta, ma anche di altri territori attigui. L'alta specializzazione raggiunta in alcune branche dell'ostetricia, ad esempio nelle gravidanze a rischio, o i programmi di prevenzione delle neoplasie dell'apparato ginecologico, hanno dato prestigio e fama a questo reparto», concludono i sindaci.

domenica 20 dicembre 2020

PIANIGA, I CARABINIERI ARRESTANO UN MOLDAVO PER FAVOREGGIAMENTO DELL'IMMIGRAZIONE IRREGOLARE

Ieri i carabinieri della Tenenza di Dolo, coordinati dal tenente Francesco Ferrara, sono intervenuti a Pianiga per rintracciare E.P, autotrasportatore moldavo di 33 anni. I militari dell'Arma hanno arrestato l'uomo, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità greche, a seguito di condanna per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare. La sentenza greca, emessa nel 2018, ha condannato il moldavo per fatti accaduti al 2014, quando E.P. avrebbe trasportato illegalmente in Grecia (previo esborso di una somma in denaro) sette siriani e un iracheno, fuggiti dalla guerra nei rispettivi Paesi. Il reo è stato poi tradotto al carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, dove resta a disposizione dell'autorità giudiziaria.

giovedì 5 novembre 2020

ALL'OSPEDALE DI DOLO UN AMBULATORIO PER I MALATI CHE HANNO SUPERATO IL COVID: MONITORATI GLI ESITI

Si sono ammalati di Coronavirus, sono stati curati per questa infezione negli ospedali dell’ULSS 3 Serenissima, sono stati dimessi e ora frequentano l’ambulatorio post Covid messo in piedi ad hoc solo per loro quattro mesi fa. Sono una cinquantina di pazienti, per la maggior parte cardiopatici, ipertesi, diabetici, obesi, dismetabolici, nefropatici. L’ambulatorio post Covid si trova fisicamente al quarto piano dell’ospedale di Dolo, ed è gestito dal reparto di Pneumologia dolese in sinergia con l’ospedale hub dell’Angelo, a cui vengono assegnati invece i casi più complessi.
L’ambulatorio lavora a pieno regime da quest’estate: visita, monitora e cura i pazienti che hanno contratto il Covid, sono stati curati negli ospedali dell’ULSS 3, sono stati dimessi e hanno accettato di farsi seguire periodicamente dall’ambulatorio. Tra la cinquantina di pazienti seguiti, gli uomini sono il triplo delle donne. Hanno dai venti agli ottant’anni d’età, ma si concentrano soprattutto nella fascia che va dai cinquanta ai settant’anni.
Durante le visite il paziente viene sottoposto a tre esami diagnostici: il primo è la spirometria, che dimostra la funzionalità respiratoria e rileva se ci sono danni funzionali ai polmoni. Il secondo esame è la radiografia, per capire se esiste un danno organico/anatomico. Il terzo esame è il test Dlco, che permette di determinare la capacità polmonare nello scambiare l’ossigeno tra alveoli e capillari. Se necessario, viene poi richiesta anche una Tac, per osservare ancora meglio lo stato dei polmoni.
«La risposta dei pazienti che abbiamo visto in questi mesi - spiega il responsabile dell’ambulatorio, il pneumologo Accurso Aloi - è stata per la maggior parte molto buona. A tanti pazienti che erano stati dimessi con l’ossigeno, ora lo abbiamo tolto perché nettamente migliorati. Abbiamo dato prima priorità ai pazienti che per colpa del Covid sono stati in rianimazione, poi a quelli ospedalizzati ma mai intubati».
Commenta il direttore generale Giuseppe dal Ben: «L’ambulatorio post Covid accompagna chi ha vissuto l’aggressività di questo virus, tanto da essere passato per un letto di degenza o di terapia intensiva. Oltre a curare e raccogliere dati relativi ai residui che il virus, una volta andato via, ha lasciato nel corpo di questi pazienti, l'ambulatorio diventa il simbolo della presenza dell'ULSS nei loro confronti, anche dopo la guarigione dall’infezione. Gli ex pazienti di Covid non vengono lasciati soli, ma sono seguiti dopo aver costruito per loro una corsia dedicata».
Paralisi della lingua, sindrome di Gulliain-Barré, compromissione respiratoria a lungo termine, insonnia, risveglio notturno improvviso, affaticabilità, ipossemia prolungata. Sono gli strascichi più gravi lasciati dal Coronavirus alle spalle dei pazienti che hanno superato l’infezione, rilevati soprattutto nei dieci casi più critici seguiti dalla Pneumologia dell’Angelo.
«Gli esiti nel tempo più comuni - prosegue il primario Lucio Michieletto - sono quelli di tipo fibrotico della polmonite interstiziale: in alcuni non c’è stata una completa normalizzazione del polmone, e il Covid ha indotto un’iniziale fibrosi polmonare. Questo potrebbe comportare il rischio, in alcuni casi, di un’insufficienza respiratoria permanente, fino alla necessità di ossigeno supplementare nel quotidiano».
Nessun asmatico o affetto da sindrome respiratoria cronica si è presentato all’ambulatorio post Covid: «Tra i pazienti negativizzati che visitiamo dopo la fase acuta dell’infezione da Coronavirus e le dimissioni ospedaliere, non ci sono quelli a noi più noti, affetti da patologie respiratorie croniche come asma o broncopneumopatia cronico ostruttiva - dice il primario di Pneumologia dell’ospedale di Dolo, Manuele Nizzetto - perché la maggior parte di questi pazienti sembra non aver contratto il virus.
Sorprende che i pazienti respiratori si siano riacutizzati molto meno con l’arrivo delle prime infezioni respiratorie portate dal freddo. Probabilmente questo è avvenuto perché si sono tutelati. Non solo sono stati attenti a non contrarre il Covid 19 uscendo il meno possibile, mantenendo le distanze e utilizzando la mascherina: ma l’utilizzo di questi comportamenti ha allontanato anche il rischio di contrarre altre infezioni».

venerdì 30 ottobre 2020

COVID, ARRIVANO NELLE SCUOLE LE POSTAZIONI MOBILI PER I TAMPONI DELL'ULSS 3 SERENISSIMA

Giornata di piena operatività, ieri, per la "postazione tamponi mobile" dell'ULSS 3 Serenissima. Il camper attrezzato ha visitato, nella sola mattinata, quattro scuole nel Distretto sanitario di Mirano-Dolo, e la squadra che si muove con esso ha sottoposto a tampone una settantina di studenti delle scuole primarie e secondarie del territorio.
Il camper, dotato di postazioni di personal computer e attrezzato all'interno per la gestione anche amministrativa dei tamponi, ha svolto nella mattinata la sua doppia funzione: in un primo caso ha funzionato come supporto logistico all'attività dei sanitari, svolta poi a pochi passi, nella postazione riparata messa a disposizione dalla scuola; in altri istituti è diventato anche fisicamente il luogo in cui i bambini e i ragazzi, convocati d'intesa tra la scuola e l'ULSS, si sono sottoposti al test.
«Si tratta di una modalità particolarmente agile - sottolinea il dottor Alessandro Chinellato, referente per questa attività - e particolarmente funzionale per effettuare i test di verifica nelle scuole. Per l'effettuazione del tampone rapido servono pochi minuti per ogni ragazzo; l'esito è poi disponibile in una decina di minuti, e possiamo eventualmente avviare immediatamente anche la controprova con il tampone molecolare per la conferma dei soggetti risultati positivi al test rapido».
La "postazione tamponi mobile" dell'Ulss 3 Serenissima è a disposizione per ogni intervento che sia necessario svolgere in loco, quindi in particolare per gli istituti scolastici, ma anche ogniqualvolta sia necessario far giungere in una destinazione unica una squadra per un numero impegnativo di test.

mercoledì 28 ottobre 2020

OSPEDALE DI DOLO, IL PD IN CONSIGLIO REGIONALE CHIEDE CHIAREZZA: «PROSEGUIRÀ LE FUNZIONI ORDINARIE?»

Il gruppo del Partito Democratico al consiglio regionale del Veneto chiede chiarezza per il presente e il futuro dell'ospedale di Dolo. Un'interrogazione a risposta urgente, firmata dalla vicepresidente del consiglio Francesca Zottis e dal consigliere Jonatan Montanariello, si fa interprete delle preoccupazioni espresse anche dal personale sanitario e dalla giunta comunale di Dolo, di fronte alla prospettiva che il presidio ospedaliero della Riviera del Brenta torni a diventare Covid hospital.
«Nella prima fase - scrive il PD - interi reparti, visite ambulatoriali, interventi chirurgici, terapie oncologiche ed esami clinici sono stati trasferiti in altre strutture, creando inevitabili disagi al personale sanitario e ai cittadini. Con la fine dell’emergenza, pur tra molte difficoltà, l’ospedale di Dolo aveva ripreso l’attività ordinaria. Ad oggi, con il crescente aumento dei contagi, il timore è che il nosocomio torni ad essere un centro Covid-19, con un ulteriori ricadute sulle prestazioni sanitarie ordinarie».
A distanza di mesi, dicono Zottis e Montanariello, «non sappiamo quali siano i piani sanitari di Regione e dell'ULSS 3 Serenissima. Non si conosce il numero di posti letto, strumenti e personale per ospitare i pazienti di Covid-19, e se potranno proseguire le funzioni ordinarie di un ospedale che deve garantire salute e cure ad un bacino di 120mila abitanti. Facciamo nostro l'appello affinché non si ripresenti la situazione della scorsa primavera: la Regione coinvolga maggiormente le amministrazioni locali nella riorganizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali».

lunedì 26 ottobre 2020

I CARABINIERI ARRESTANO 56ENNE PER IL POSSESSO DI UNA PISTOLA RUBATA SEI ANNI FA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Venerdì 23 ottobre, nel pomeriggio, i carabinieri della Tenenza di Dolo hanno controllato per strada un 56enne del luogo e un 72enne padovano, entrambi con precedenti in materia di stupefacenti. Dalla perquisizione domiciliare è emerso come il più giovane dei due detenesse nel proprio garage un bilancino di precisione e una rivoltella calibro 357 magnum, oggetto di furto perpetrato in provincia di Gorizia nel 2014, con sei colpi del medesimo calibro nel tamburo e ulteriori 18 cartucce.
L'uomo è stato arrestato in flagranza per detenzione illegale di arma da sparo, e condotto alla casa circondariale di Santa Maria Maggiore in Venezia. Il 72enne invece è stato denunciato a piede libero perché trovato in possesso di un coltello: anche nella sua casa è stato rinvenuto un bilancino di precisione.

venerdì 11 settembre 2020

PIANIGA, RUBAVANO BANCALI PER RIVENDERLI: TRE ARRESTI DA PARTE DEI CARABINIERI DI DOLO

Ieri pomeriggio i carabinieri della Tenenza di Dolo hanno arrestato tre cittadini in flagranza di reato, per furto aggravato e ricettazione. È stato accertato come, a Pianiga, un addetto al magazzino di un'impresa che si occupa dei servizi di logistica, stoccaggio e trasporto della merce per una nota catena di supermercati, avesse aiutato un autotrasportatore a sottrarre un numero eccedente di bancali in legno. Successivamente, la merce è stata consegnata a un terzo soggetto, legale rappresentante di un'azienda che si occupa di rivendere pallet, con sede operativa in Marghera.
Nel deposito di quest’ultima società sono stati rinvenuti e recuperati in totale 8000 bancali in legno, del valore di 50mila euro, che sono stati sottoposti a sequestro. L’illecita attività in questione è molto redditizia: nel corso delle indagini, iniziate nel marzo 2019, è stato censito un ammanco di 95mila bancali dal 2017 ad oggi, per un danno stimato di oltre 500mila euro. Gli arrestati sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa del giudizio direttissimo, che è stato celebrato stamane al Tribunale di Venezia.

lunedì 7 settembre 2020

DUE ORTOPEDICI IN PENSIONE TORNANO A LAVORARE ALL'OSPEDALE DI DOLO

Due ortopedici ospedalieri in pensione tornano nel reparto dell'ospedale di Dolo in cui hanno lavorato da giovani, per dare il proprio contributo in un periodo storico che sta facendo i conti non solo con l’emergenza epidemica, ma anche con la difficoltà nel reperire nuovi ortopedici. «Il dottor Riccardo Armato - spiega il primario Paolo Esopi - sta lavorando assieme a noi da qualche settimana, dove aveva iniziato la sua carriera da specialista. Da pensionato ha deciso di ritornarci fornendo, sia agli utenti che a noi colleghi, una risposta di grande qualità ed efficienza». Accanto a lui, per quanto riguarda soprattutto la parte ambulatoriale, di recente in reparto è tornato a lavorare un altro ortopedico pensionato: è il dottor Angelo Majoni, già responsabile del servizio di chirurgia ortopedica pediatrica. «Sono professionisti - continua il dottor Esopi - che hanno raggiunto la settantina, ma non hanno niente da invidiare ai giovani medici: per esperienza e professionalità si stanno rivelando un’importante risorsa per questo reparto», li ringrazia il primario.
Armato è anche uno specialista esperto in artroscopia, tecnica mininvasiva attuata al ginocchio, come la ricostruzione del menisco e dei legamenti crociati. «Grazie a lui, qui a Dolo abbiamo ripreso a ritmo più veloce questo tipo d’intervento, che è abbastanza frequente ed è causato da traumi domestici e sportivi, ma anche da traumi da strada», dice Esopi. Il reparto dolese esegue quasi oltre 2mila interventi l’anno, tra traumatologia e ortopedia in elezione (interventi programmati e non d’urgenza): «Le fratture di femore – conclude il primario – riguardano soprattutto una fascia di popolazione anziana a cui viene data massima attenzione. Nel 2019 ne sono state trattate 348, di cui l'80.2% eseguite entro le 48 ore dall’evento traumatico».

sabato 25 luglio 2020

PROGETTO CIVICO SOSTIENE LA CANDIDATURA DI CARLOTTA VAZZOLER A CONSIGLIERA COMUNALE DI DOLO

Carlotta Vazzoler, consigliera comunale uscente a Dolo, si ricandida nella lista Obiettivo Comune che sostiene l'elezione di Ivano Michelotto a sindaco. Vazzoler è sostenuta da Progetto Civico, che ne ha presentato l'iniziativa ieri mattina in villa Ducale: già assessora alle politiche sociali nel 2015, la candidata era entrata nell'orbita di Progetto Civico durante un'occasione conviviale a villa Valier di Mira.
All'annuncio di ieri erano presenti Paolino d'Anna, consigliere comunale e delegato del sindaco di Venezia, Giorgio Babato consigliere comunale a Mirano e consigliere della Città Metropolitana con deleghe alla viabilità e ai trasporti, Lorena Cavaliere consigliera comunale a Fossò e Massimiliano Zannini, referente regionale del Popolo della Famiglia.
Quest'ultimo ringrazia Vazzoler per il lavoro svolto in occasione della raccolta di firme per promuovere il disegno di legge ad iniziativa popolare relativo al reddito di maternità: «Carlotta ci ha aiutando ad arrivare alle 50mila firme necessarie per depositarlo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. È un'ottima candidata, sensibile ai temi della famiglia, sulla quale si può certamente contare per un lavoro successivo nel Comune di Dolo».
Carlotta Vazzoler ritiene che sia necessario partire dalle persone per fare la differenza, dalla ricchezza del territorio fatta di storia, di bellezze paesaggistiche ed architettoniche, di piccole oasi incontaminate, da mantenere e curare per tutti i cittadini e per i viaggiatori. Tre gli obiettivi primari attorno ai quali la candidata si impegna per il prossimo mandato: la tutela del verde per migliorare la qualità della vita del paese; mettere il Naviglio e le sue rive al centro quale volano economico; un teatro a Dolo per i suoi cittadini, dove ospitare eventi di musica, teatro, danza, cinema al centro di una rinascita consapevole.
In questi cinque anni di legislatura, anche portando nel Palazzo le istanze di tanti cittadini, Vazzoler ha lavorato in vari ambiti presentando progetti e interrogazioni che in diversi casi hanno orientato le scelte dell’amministrazione, dimostrando che un contributo serio e costruttivo è efficace. Ad esempio la realizzazione dell’Alleanza per le famiglie, la ristrutturazione della scuola Giotto con la realizzazione della mensa, dell’ascensore, dei laboratori, degli spazi per gli insegnanti, della messa in sicurezza della palestra.
Ancora, il blocco dell’accordo di programma per la realizzazione di un supermercato e di nuova volumetria per 15mila metri cubi con un parcheggio di 5000 metri quadri; la sospensione del progetto di piazza del Grano, con cui si prevede la realizzazione di una mastodontica gradonata sul Naviglio che non è autorizzata, lo smembramento del filare secolare di robinie tutelato anche dal punto di vista monumentale, la cementificazione del centro cittadino con l’uso di materiale non consono al luogo, l’eliminazione della fontana e degli elementi storici caratterizzanti che non rispettano la storia del paese.
Quindi, il mantenimento dell’ex Macello quale struttura culturale pubblica; la presentazione di un progetto per l’intitolazione delle strade con lo scopo di valorizzare ul ruolo delle donne nella società attraverso la toponomastica femminile; la ripetuta segnalazione della necessità di sistemare definitivamente la guaina della tribuna dello stadio Walter Martire, per bloccare le continue infiltrazioni, oltre che la presenza di muffe e lo stato di degrado all’interno e sotto le tribune, in corrispondenza dei bagni, nonché la sistemazione dell’area spogliatoi, palestra, uffici, magazzini.
Infine, la richiesta di sistemazione e riqualificazione della palestra delle medie Giuliani; l'idea di redigere un “Piano degli Alberi” per la cura, la manutenzione e la gestione del patrimonio arboreo sopra tutto il territorio comunale, la richiesta di monumentalità del filare di robinie lungo il Naviglio; l'istanza di partecipazione al bando europeo “WiFi4Eu” per ottenere un finanziamento e realizzare hotspot WIFI pubblici ad Arino, Dolo e Sambruson.
«La rete che abbiamo creato nel territorio - spiega Giorgio Babato, consigliere a Mirano e nella Città Metropolitana - è espressione di persone competenti, oneste, trasparenti e generose, che guardano alla valorizzazione delle persone. Grazie ai differenti ruoli nei Comuni della Città Metropolitana siamo in grado di raggiungere l'obiettivo prefissato: stare vicini ai problemi delle persone e risolverli. Carlotta Vazzoler è persona capace, coraggiosa e generosa, e sa essere un ottimo punto di riferimento per i cittadini: lo ha dimostrato in questi cinque anni di amministrazione nel Comune di Dolo».
Conclude Paolino d'Anna, vicario di Progetto Civico: «Occorre saper ascoltare e agire al tempo stesso. Ritengo sia fondamentale dire la verità, che si traduce nell’assumere impegni laddove è possibile onorarli, e saper dire anche di no quando non si può. Occorre avere l’umiltà e la pazienza di spiegare. La politica è anche formazione al cittadino per aiutarlo a comprendere cosa sia il senso civico e il bene comune. Carlotta Vazzoler incarna questa buona politica e noi la sosterremo convintamente».

giovedì 16 luglio 2020

A CENA CON GLI ATTORI, A TEATRO COI CONTADINI: PER TRE GIORNI A DOLO TORNA "PAESAGGIO CON UOMINI"

Un'edizione speciale della rassegna Paesaggio con Uomini sta per avere luogo a Dolo, nella barchessa e nel parco di villa Concina. Questa sera, domani e sabato il Teatro delle Ariette porterà in scena "Teatro da mangiare?", di Paola Berselli e Stefano Pasquini: si mangerà davvero, alla contadina, con i prodotti trasformati nell'azienda agricola della compagnia. Seduti attorno a un tavolo, preparando e consumando un vero pasto, Paola, Stefano e Maurizio Ferraresi racconteranno la propria singolare esperienza di contadini-attori, dieci anni di vita in campagna e di teatro fatto fuori dai teatri con oltre 900 repliche in Italia e in Europa.
Una pubblica confessione autobiografica che continua a sorprendere. Il biglietto unico costa 20 euro, cena compresa, e a causa dei posti limitati la prenotazione è obbligatoria ai numeri telefonici 371 1926476 oppure 340 9446568, altrimenti all'indirizzo mail info@echidnacultura.it

mercoledì 8 luglio 2020

CHIUSO TEMPORANEAMENTE RISTORANTE A DOLO, CARABINIERI E SERVIZIO IGIENE VI HANNO TROVATO I TOPI

Ieri mattina i carabinieri della Tenenza di Dolo, in collaborazione con personale dell'ULSS 3 Serenissima, hanno controllato un ristorante etnico a Dolo, durante una iniziativa finalizzata alla prevenzione e repressione delle violazioni in materia igienico-sanitaria. I militari hanno riscontrato evidenti carenze e scarsa pulizia dei locali, nonché la presenza di topi. La propriearia è stata sanzionata per 2000 euro, il locale è stato chiuso temporaneamente dal Servizio Igiene tramite un'ordinanza valida fino al ripristino delle condizioni di agibilità.

giovedì 2 luglio 2020

OSPEDALE DI DOLO A PIENO REGIME, RISPETTATO IN OGNI PASSAGGIO IL PROGRAMMA DELL'ULSS 3 SERENISSIMA

L’ospedale di Dolo, che come Covid-hospital ha costituito un presidio importante per la gestione delle persone affette da Coronavirus nell’ULSS 3 Serenissima, è rientrato nella piena normalità, e sono riprese le attività di tutti i reparti, comprese quelle delle unità operative di Ostetricia e Ginecologia e di Pediatria.
Si legge in una nota: «Con buona pace di tutti coloro che hanno provato in questi giorni a far proprio il merito della graduale ripresa delle attività (il riferimento è al consigliere regionale Franco Ferrari, ndr), questa è stata regolata da precise valutazioni sanitarie, e si è svolta secondo un programma puntuale, coerente con l'evolvere dell'epidemia».
Nella prima settimana di maggio, all’ospedale di Dolo sono riprese l’attività radiologica, l’attività poliambulatoriale e quella relativa ai prelievi. Nelle settimane successive sono stati riattivati per l’attività consueta tutti i reparti in qualche modo sospesi, ovvero Medicina Fisica e Riabilitativa, Chirurgia, Oculistica, Ortopedia, Urologia, Gastroenterologia.
Le unità operative di Ostetricia e Ginecologia e di Pediatria hanno riaperto la propria attività, organizzata secondo le modalità e le dimensioni previste dalla programmazione regionale, nella giornata di venerdì 26 giugno: anche questa riapertura, «indipendentemente da ogni raccolta firme e da ogni pressione esterna» (scrive l'ULSS), si inserisce nella "scaletta" più volte condivisa con il territorio ed in particolare con la Conferenza dei Sindaci.
Una buona parte delle attività di Ginecologia –tra queste le ecografie ginecologiche, gli screening di secondo livello, la piccola chirurgia ambulatoriale, l'offerta ambulatoriale completa– era già attiva dalle settimane precedenti; con la riapertura dell'attività del reparto di Ostetricia e Ginecologia si è completata l'offerta anche per quanto riguarda le isteroscopie ambulatoriali e l'attività chirurgica programmata.

venerdì 26 giugno 2020

IL PRIMARIO DI PNEUMOLOGIA A DOLO RACCONTA IL SUPER LAVORO DEL REPARTO DURANTE L'EMERGENZA VIRUS

Il reparto di Pneumologia dell'ospedale di Dolo, durante la massima emergenza da Covid-19, ha trattato 116 pazienti nei mesi di marzo e aprile. «Ora siamo quasi completamente tornati alla normalità – dichiara il primario, dottor Manuele Nizzetto - e dai primi di giugno, infatti, il reparto ha nuovamente accolto le tipiche patologie pneumologiche come l’insufficienza respiratoria, la fibrosi polmonare, l’asma, le neoplasie. Ma non dobbiamo abbassare la guardia; non a caso, infatti, manteniamo liberi due posti letto per eventuali nuovi casi collegati al Coronavirus». Tira un sospiro di sollievo il dottor Nizzetto mentre racconta quei giorni difficili, che hanno messo a dura prova sia l’uomo che il medico professionista. E anche la sua squadra che, dice, «ha cercato sempre di sostenere per garantire la loro sicurezza e far fronte alle ingenti ed eccezionali richieste di ricoveri».
Verso metà marzo, nel giro di pochi giorni, il reparto di Pneumologia dell’ospedale di Dolo ha subìto una sensibile trasformazione, e si è attrezzato per accogliere nel modo più efficace i pazienti malati di Covid-19 del territorio dell’ULSS 3 Serenissima. Il quarto piano, che ospita le degenze di Pneumologia e Cardiologia, è stato adibito completamente a Pneumologia Covid-19 con 24 posti letto, sempre occupati. La fascia media d’età dei pazienti presi in carico da questo reparto si aggirava attorno ai 70 anni, con un rapporto maschi-femmine di 2 a 1. La persona più giovane che è stata assistita e, per fortuna dimessa, è un ventiseienne, mentre quella più anziana, anche questa dimessa alla fine con esito positivo, ha 90 anni.
«I pazienti – ricorda il primario – arrivavano a ondate e a ondate precipitavano, nonostante facessimo tutto quello che era in nostra conoscenza. Siamo stati impegnati in turni intensissimi che ci lasciavano solo il tempo di una rapida cena e un riposo notturno, spesso poco ristoratore perché disturbato da pensieri di incertezza per il futuro. L’indomani ricominciava tutto daccapo, con la stessa sensazione d’impotenza, la percezione della scarsa conoscenza di come gestire tale patologia, caratterizzata dall’assenza di una terapia farmacologica certa e dall’impossibilità di prevederne l’evoluzione».
Non disponendo di una terapia farmacologica specifica per il Covid 19, i pazienti sono stati trattati seguendo protocolli condivisi nazionali e regionali che prevedevano l’uso di farmaci antivirali e antinfiammatori, e in base a quanto previsto anche dagli studi sperimentali. Accanto alla terapia farmacologica, i sanitari ricorrevano a quella con ossigeno ad alti flussi oppure alla ventilazione non invasiva e, nei casi più gravi, il passaggio obbligato era l’affidamento alla terapia intensiva. L’intenso lavoro, che ha coinvolto molte figure professionali, ha permesso di evidenziare il ruolo protettivo dell’eparina nei pazienti affetti da Covid 19; e tale risultato, ottenuto grazie alla stretta collaborazione con i colleghi cardiologi, è ora noto a tutta la comunità scientifica.
«Nei momenti di massimo picco epidemico – aggiunge il dottor Nizzetto – ho saggiato la fragilità della condizione umana, consapevole che la tecnologia, che tanto ci ha dato per migliorare il nostro mondo, non ci ha reso immortali. La morte, infatti, è entrata di prepotenza nei nostri reparti e ha sconvolto la nostra quotidianità, risvegliandoci dall’illusione del controllo e della permanenza. E ciò che appariva forse ancor più straziante era il senso di solitudine che abbiamo visto nei nostri pazienti, costretti in camere singole dalle porte sempre chiuse, con divieto di visita dei familiari, privati da questo virus di un semplice contatto con gli affetti più cari e avvolti dalla paura di una morte senza sepoltura».
Il primario comprende che chi non ha vissuto il virus non può comprenderne appieno il dramma, ne sottovaluti i rischi e l’insidiosità, lo descriva come un’eventualità remota o pensi di esserne immune, specie se è giovane e in salute: «Ma non è propriamente così. Quando ti colpisce, e colpisce anche i più giovani, entra nel corpo e ne causa un tale sconquasso da condurre a una progressiva insufficienza multiorgano. Come una sorta di implacabile strangolatore, esso provoca talvolta l’irreparabile. L’immagine è forte, ma è lo altrettanto l’invito a continuare a rispettare le norme sui dispositivi e le forme corrette di distanza, perché le attività quotidiane possano riprendere e la vita continuare per ciascuno in condizioni di sicurezza, rispetto e fiducia».